Impatto economico del BrodettoFest

L’analisi dell’Università degli Studi di Urbino considera gli investimenti per l’organizzazione, l’impatto della presenza dei visitatori e la sostenibilità ambientale

Il BrodettoFest, insieme al Fuori Brodetto, ha un impatto economico complessivo di 2 mln e 170 mila euro, con un effetto indotto di 1 mln e 158 mila euro, incluso l’investimento effettuato dall’organizzazione sul territorio di quasi 133 mila euro. È il risultato della ricerca dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, incaricata di stimare l’impatto economico e ambientale dell’evento di cultura gastronomica più importante della città di Fano che, nella scorsa edizione, ha attirato circa 20 mila visitatori da tutta Italia. Dopo le Marche, con il 54,7% delle presenze, l’Emilia Romagna risulta di gran lunga la principale regione di provenienza, con il 16%. Seguono Umbria (9,9%), Lombardia (7,5%), Toscana (3,3%) e, con percentuali minori, Piemonte, Campania, Lazio, Molise, Sicilia e Puglia. Da fuori Italia proviene circa 1,4% dei visitatori. Nel complesso, il 95% dei residenti e l’89% dei non residenti esprimono la volontà di tornare al Festival.

“Con il BrodettoFest – sostiene il prof. Fabio Musso del team di ricerca che ha condotto lo studio – viene dato un forte impulso all’immagine di Fano come località turistica legata non solo al mare ma anche a una cultura enogastronomica fortemente legata alle tradizioni del territorio”.
“Le iniziative organizzate durante le giornate – aggiunge la dott.ssa Roberta Borgognoni – consentono di valorizzare le eccellenze enogastronomiche locali, con un occhio di riguardo ai più piccoli che, attraverso eventi educativi, permettono loro di far conoscere gli ambienti marini, il rispetto per il mare e le basi di un’alimentazione semplice e salutare. Dalla ricerca condotta sono emersi punti di forza ed ambiti di miglioramento che renderanno sempre più interessanti le prossime edizioni del Festival”.

Secondo la prof.ssa Elena Viganò, che è anche Prorettore alla Sostenibilità dell’Università di Urbino “Il BrodettoFest rappresenta un’occasione importante per veicolare messaggi di attenzione all’ambiente, per esempio adottando strategie di drastica riduzione dei rifiuti e di promozione della mobilità sostenibile. Consideriamo, inoltre, che il brodetto nasce come piatto “povero”, realizzato con l’impiego del pesce di volta in volta disponibile, per cui di fatto è un prodotto che richiama direttamente le sobrie tradizioni della cultura marinara fanese”.

La spesa sostenuta dai visitatori supera 1 milione di euro (per il Fuori Brodetto si stima una spesa di quasi 206 mila euro).

Nell’analisi è stato valutato il valore dei consumi, da parte sia dei residenti a Fano (44% degli intervistati), sia dei non residenti (56%, di cui il 64% ha partecipato al Festival per la prima volta). La spesa totale sostenuta dai non residenti è di circa 36 mila euro per il pernottamento, mentre per i pasti consumati al ristorante o in altri locali è di circa 352 mila euro, 108 mila per bar e 154 mila per servizi vari (spiaggia, visite guidate ecc). Per chi vive a Fano la spesa è lievemente ridotta: in totale 195 mila euro per pasti, 68 mila euro per bar e spese accessorie, 98 mila euro per servizi vari.

La ricerca dell’Università di Urbino ha indagato anche la percezione dell’impatto ambientale del Festival. Il 64% degli intervistati residenti a Fano si è spostato con mezzi sostenibili (a piedi, in bicicletta). Più dell’81% dei fanesi e più dell’87% dei non residenti considera il BrodettoFest un evento sostenibile, mentre gli ambiti in cui si attendono interventi correttivi o compensativi sono quelli relativi alla riduzione dei rifiuti e dello spreco alimentare.

La ricerca è stata effettuata attraverso l’analisi di dati raccolti attraverso questionari ai visitatori, focus group, interviste a un campione di commercianti, albergatori, ristoratori e rilevazioni comunali relative ad arrivi/presenze, per arrivare a individuare i punti di forza e gli ambiti di miglioramento su cui interventire per le prossime edizioni del Festival.

Fra i primi, i principali sono l’estensione della stagione estiva dal punto di vista delle presenze e l’ottima programmazione degli eventi, che hanno permesso un incremento di lavoro e del numero dei pasti fra il 10 e il 20% per gli esercenti della zona mare e in parte del centro, con relativo incremento di incassi.

Un aspetto su cui intervenire è quello del maggiore coinvolgimento di ristoratori e commercianti del centro storico creando ulteriori iniziative ed eventi in quest’area, utili come trait d’union per l’intera città.